8. Il calzificio Ettore Sobrero

8. Il calzificio Ettore Sobrero

Certamente uno degli elementi che contribuirono a portare una ventata di modernità a Gassino nei primi anni del XX secolo fu l’impiego dell’energia elettrica, inaugurata il 5 settembre 1909 nel corso della festa patronale. Oltre a portare ingenti benefici per l’illuminazione pubblica e privata, fino ad allora generata da combustibili a fiamma, la corrente elettrica consentì lo sviluppo di innumerevoli attività tra cui l’elettrificazione del tramway che collegava Gassino con Torino.

La popolazione locale, dedita non solo alle tradizionali attività agricole ma costituita in buona parte da pendolari che raggiungevano fabbriche e opifici di Torino, fu beneficiata anche per il fatto che l’energia elettrica avrebbe consentito nel breve termine l’impianto di uno o più stabilimenti industriali con offerte di lavoro che avrebbero limitato il pendolarismo e favorito l’occupazione non solo a Gassino ma in tutto il circondario.

Già nell’anno precedente, il 1908, l’amministrazione comunale di Gassino, guidata dal sindaco Amedeo Giacinto Palazzi, si attivò per acquistare, a proprie spese e con la contrazione di un mutuo, una corposa porzione di terreno in zona Santa Croce, adiacente la strada Nazionale per Casale percorsa dal tramway per Chivasso e Brusasco, da destinarsi all’impianto industriale. Il 29 ottobre viene deliberata la concessione ad una cordata di industriali operanti nel settore del tessile e che prevede la costruzione, a loro carico, dello stabilimento industriale, di un centro residenziale per dirigenti e impiegati e delle abitazioni per gli operai. Lo stabilimento dovrà inizialmente garantire cento posti di lavoro. L’operazione, tuttavia, si rivela più ostica del previsto e nel 1910 naufraga definitivamente lasciando il Comune di Gassino con un pesante mutuo da onorare. Dopo oltre un anno, nei primi mesi del 1911, si presenta una nuova opportunità per l’utilizzo del terreno già acquistato per attività industriale. L’occasione è offerta da Ettore Sobrero, imprenditore torinese nativo di Cerreto Langhe, che alla fine del XIX secolo aveva fondato, insieme alla moglie Luisa Matthey, a Torino, l’omonimo calzificio operante in via Ponte Mosca e che, per ampliare la propria attività, costituita da un organico di centoventi operaie, stava riscuotendo notevole successo. Questi intenderebbe aprire a Gassino un nuovo stabilimento per la produzione di maglieria intima. Nonostante le intenzioni dell’industriale torinese possano apparire in un primo momento tutt’altro che roboanti, gli amministratori gassinesi si dimostrano favorevoli a trovare un accordo: il Comune di Gassino si impegna a cedere il terreno in zona Santa Croce di 3 ettari, 10 are e 28 centiare, a costruire i pozzi perdenti per lo scarico fognario e lo scambio tranviario per deviare il percorso dei vagoni merci e a non concedere ulteriori autorizzazioni per l’insediamento nel territorio comunale ad industrie concorrenti.. Ettore Sobrero corrisponde con un impegno di costruire uno stabilimento in grado di occupare inizialmente almeno cinquanta persone della zona e le abitazioni per la sua famiglia, per i dirigenti e per gli impiegati.

In pochi mesi la costruzione dello stabilimento fu portata a termine e la produzione di maglieria intima partì con progressione esponenziale, moltiplicando in breve tempo i cento posti di lavoro previsti dagli accordi.

Il successo del Calzificio Sobrero, fu fin dai primi anni inarrestabile. La produzione proseguì alacremente anche durante gli anni della Prima Guerra Mondiale con produzione di maglieria per le truppe combattenti. Già nei primi anni ’20 del XX secolo i posti di lavoro avevano raggiunto le 600-700 unità, tra cui alcune suore impiegate nel laboratorio di ricamo, con operaie e operai che giungevano non solo da Gassino ma anche da tutti i Comuni vicini compresa la frazione gassinese dell’Oltrepo con diverse ragazze che raggiungevano il posto di lavoro transitando sul porto natante per l’attraversamento del Po e che nei periodi di piena, con il porto inutilizzabile, alloggiavano, a spese della ditta, in alcuni locali nel concentrico di Gassino messi a disposizione dalla Società Operaia Agricola di Mutuo Soccorso. 

Alla morte di Ettore Sobrero del 7 aprile 1924 la direzione dello stabilimento fu assunta dai figli Felice, Emilio, Edmondo, Giovanni e Cesare che continuarono la sua opera. L’unica figlia, Gabriella, parteciperà in un secondo tempo all’attività dell’azienda a mezzo del figlio Ottavio. Vennero in quel tempo importati dalla Germania dei telai “Cotton” rettilinei per la fabbricazione delle calze diminuite; si attivò pure un laboratorio di tintoria per rendere indipendente tutta la lavorazione dei prodotti, evitando eccessivi costi di preparazione e di trasporti.

Nel 1925 la prestigiosa rivista “L’Illustrazione Italiana” dedica al Calzificio Sobrero alcune pagine della collana “I ricostruttori d’Italia” in occasione del venticinquesimo anniversario di regno di Vittorio Emanuele III.

Il 7 aprile 1927 lo Stabilimento Sobrero ha l’opportunità di ospitare in visita di cortesia il Principe di Piemonte Umberto II. Nel pomeriggio dello stesso giorno viene inoltre inaugurato un busto in bronzo del celebre scultore casalese Leonardo Bistolfi a ricordo di Ettore Sobrero. Appuntamenti ai quali vi partecipò tutta la popolazione gassinese con tutti gli onori. 

Nell’anno 1945, dopo la conclusione del tragico periodo della Grande Guerra, nel corso della quale accanto all’abituale produzione si affiancò quella tipicamente bellica, l’azienda si trovò nella necessità di dover eliminare i telai rettilinei e acquistare nuovi telai circolari per poter eseguire la lavorazione di calze fabbricate con le fibre sintetiche scoperte durante la guerra, che segnarono una vera rivoluzione per le calze stesse, imponendo spese non indifferenti per le modifiche da eseguire ed adeguarsi al nuovo mercato e alle sue pressanti richieste. Il Calzificio gassinese fu una delle prime industrie tessili italiane ad utilizzare il nylon Rhodiatoce. Tra il 1946 e il 1950 l’azienda che in quel periodo assume la denominazione di Sobrero Est, raggiunge il massimo sviluppo e l’impiego delle maestranze supera le mille unità. Ne beneficia anche la località dove sorge lo stabilimento che gradualmente si popola e acquisisce il nome di “Borgata Sobrero”.

Negli anni ’50 del ‘900 la produzione, grazie alla diffusa pubblicità e ad accattivanti concorsi, raggiunge una clientela di tutto rispetto. Ne è coinvolto anche il mondo del cinema e del teatro. I prodotti della Sobrero Est sono ricercati dai costumisti di importanti teatri come la Scala di Milano nonché Cinecittà. Spesso lo stabilimento gassinese è oggetto di visite di personaggi conosciuti dal grande pubblico: Aldo Fabrizi, Silvana Mangano e tanti altri attori e personaggi del jet set spesso fanno capolino tra telai e macchine da cucire. A partire dal 1963 la fama della Sobrero Est viene inoltre moltiplicata grazie alla partecipazione con alcune scenette pubblicitarie al “Carosello”, uno degli appuntamenti più cari dei primi utenti della televisione.

La notevole popolarità della Sobrero Est è di giovamento anche alla locale squadra di calcio, l’Unione Sportiva Gassino, che al termine del campionato 1953-54 si classifica al primo posto nel torneo di Prima Categoria e viene promossa in Promozione. Dall’anno successivo e per altri cinque campionati al nome della società sportiva viene abbinato quella del calzificio divenendo “U. S. Sobrero Gassino” e che al primo anno di promozione ottiene un ottimo quinto posto.

A cavallo tra gli anni ’50 e ’60 del XX secolo, in un’epoca particolarmente produttiva per la moda torinese, la Sobrero Est fu tra le ditte più quotate del SAMIA, Salone Mercato Internazionale dell’Abbigliamento annualmente organizzato a Torino tra il 1955 e il 1978. 

Nell’anno 1963 si apre, simultaneamente alla crisi industriale che coinvolge tutte le regioni d’Italia, un periodo difficile per l’azienda. La perdita di Felice Sobrero, spentosi improvvisamente nel gennaio di quell’anno, incide sull’andamento direzionale, la ditta è molto provata dall’esorbitante attività produttiva di calze da donna, e dalla chiusura degli sbocchi commerciali all’estero. 

Nell’anno 1965 i due figli di Felice Sobrero si ritirano dalla loro attività aziendale. Gli amministratori in carica intensificano il lavoro di maglieria e camiceria e iniziano lavorazioni di nuovi reparti per costumi da bagno e confezioni per donna. Purtroppo nell’anno 1967 alla morte di  Emilio Sobrero, l’azienda entra in fase di recessione. 

I superstiti Edmondo, Giovanni e Cesare, mancando dell’appoggio valido dei defunti fratelli, non sono più in grado di trovare valide soluzioni per fronteggiare la difficile situazione. Nel giugno 1970, questi deliberano di cedere la direzione tecnica ed amministrativa a Uberto, Giorgio e Paolo, figli di Edmondo, Luigi, figlio dì Giovanni e Ottavio Croveri, figlio di Gabriella, confidando nella loro capacità e nella nuova forza giovanile immessa nell’azienda. Tuttavia la stagione 1970-71 segna una svolta deleteria per la società Sobrero. Le lotte sindacali, gli scioperi, gli oneri fiscali e il repentino ritiro di crediti da parte delle banche che avevano fornito liquidità per fronteggiare la difficile situazione finanziaria, vanificano qualsiasi possibilità di continuare l’attività commerciale e produttiva e nel luglio 1971 l’amministrazione in carica decide la chiusura dello Stabilimento.

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