4. Il mitico tramway per Torino

4. Il mitico tramway per Torino

Ël trenin ëd Gasso

Per quasi settant’anni, dal 1° dicembre 1880 al 31 maggio 1949, si trattò del mezzo di trasporto pubblico con il quale i cittadini di Gassino e di tutti gli altri paesi della sponda destra del Po fino a Brusasco potevano raggiungere Torino con una discreta facilità con più corse al giorno. 

La realizzazione di quest’opera giunse al termine di un decennio assai dibattuto nel quale più volte venne attribuita a Gassino la possibilità di far parte di una linea ferroviaria di nuova costruzione per il collegamento di Torino con Casale. Ciò avrebbe portato alla popolazione gassinese indubbi vantaggi tra cui la sicura istituzione, con la realizzazione di uno scalo merci, di un polo industriale nel gassinese e quindi con svariate possibilità lavorative per la cittadinanza senza doversi sobbarcare i quotidiani, spesso logoranti viaggi verso la città. Per la notevole importanza della costruzione della nuova linea ferroviaria con fermata a Gassino, la locale amministrazione si dispose ad una partecipazione economica di tutto riguardo (vedi gli allegati del consiglio comunale del 20 agosto 1871 e del 30 dicembre 1875). Questi progetti, tuttavia, naufragarono verso la fine degli anni ’70 del XIX secolo quando per il collegamento di Torino con Casale fu deciso l’utilizzo della già esistente linea Torino-Novara fino a Chivasso e quindi con la sola costruzione del tratto Chivasso-Casale totalmente in pianura e pertanto meno dispendioso rispetto al tracciato in parte collinare sulla sponda destra del Po. Per cui Gassino, insieme a tutti gli altri Comuni collinari, si dovette accontentare di una ben più modesta linea tranviaria per la quale la Società Anonima dei Tramways di Torino (comunemente chiamata “Belga” perché il gruppo titolare proveniva dal Belgio), già concessionaria di alcune linee urbane, tra cui quella che raggiungeva il Ponte Barra a Sassi con partenza da piazza Castello, ottenne la concessione governativa con decreto ministeriale del 18 giugno 1880 per il prolungamento di detta linea fino a Gassino. 

I lavori per la posa dei binari partirono subito dopo e già il 26 giugno veniva inaugurato il primo tratto fino a San Mauro. Alcuni mesi più tardi, e precisamente il 28 novembre, il locomotore a vapore giunse nella contrada Maestra di Gassino tra il tripudio della folla festante. Il 30 novembre, due giorni dopo il viaggio inaugurale, iniziarono le regolari corse quotidiane. Il viaggio iniziava da piazza Castello, proseguiva per via Po e poi, attraversato il ponte Vittorio Emanuele I, svoltava in corso Casale di fronte alla chiesa della Gran Madre di Dio. Da Torino a Gassino la durata del viaggio era di un’ora e un quarto. Si viaggiava su un solo binario sia all’andata sia al ritorno e gli scambi di direzione avvenivano in alcuni tratti con doppio binario (ancora oggi la zona di San Mauro prima della salita di Sambuy viene chiamata “Scambio”). 

Nel 1883 la linea fu completata con la realizzazione in Gassino del tratto dell’attuale via Torino che permise il proseguimento del tranvia fino a Brusasco e con una diramazione verso Chivasso. Il 15 luglio 1908 fu inaugurata l’elettrificazione della linea fino a Chivasso mentre il tratto fino a Brusasco fu elettrificato soltanto nel 1931. 

Negli ultimi due decenni del XIX secolo fino allo scoppio della Prima Guerra Mondiale, la linea tramviaria che collegava Gassino con Torino fu utilizzata non solo da lavoratori pendolari ma anche dai moltissimi cittadini torinesi che nei giorni di festa raggiungevano Gassino per una passeggiata fuori porta e per il pranzo di rito nelle numerose locande e trattorie della località collinare. Nei giorni delle principali manifestazioni come il carnevale, la festa patronale e le fiere, tutte con ballo pubblico e fuochi artificiali inserite nel programma, la Società Belga che gestiva la linea moltiplicava le corse, aggiungendone diverse anche a tarda ora, e abbassava i prezzi consentendo l’arrivo a Gassino di ingenti frotte di turisti.

Con la costruzione dello stabilimento tessile di Ettore Sobrero venne predisposta una diramazione dei binari fino ai magazzini per consentire un più comodo svolgimento delle operazioni di carico e scarico delle merci. Nell’ottobre 1927 il capolinea fu spostato in corso Regina Margherita angolo corso San Maurizio. I convogli raggiungevano corso Casale dopo aver attraversato il ponte Regina Margherita nei pressi di piazza Borromini. 

Nel 1928, con la costruzione del ponte Principe di Piemonte (ora ponte Sassi), la linea modificò nuovamente il suo percorso: da corso Regina Margherita si imboccava corso Belgio, si attraversava il nuovo ponte raggiungendo in questo modo corso Casale all’altezza di piazza Pasini. Nel 1937 la linea venne assorbita dalla S.A.T.T.I. (Società Anonima Torinese Tramvie Intercomunali) e sottoposta ad una massiccia revisione per il rapido e costante aumento del numero dei passeggeri (in quel periodo in breve tempo si passò dai 53.000 passeggeri nel 1936 ai 90.000 del 1938). A ricordo della Società Belga che per mezzo secolo aveva gestito il tramway di Gassino rimase nella via principale del paese un bar denominato “del Belgio”. 

Nel periodo bellico il “trenino di Gassino” fu intensamente utilizzato dai cittadini torinesi che trascorrevano la notte nelle località collinari per rifugiarsi dai pericoli dei bombardamenti della città. Nel primo dopoguerra, dopo settant’anni di intensa attività, la linea tranviaria fu smantellata e sostituita da un più pratico servizio con torpedoni che iniziò le sue regolari corse il 1° giugno 1949 sempre seguendo il percorso che per tanti anni aveva visto transitare  “ël trenin ëd Gasso”.

Il trenino di Gassino nella cultura

Il tramway di Gassino è più volte citato nel libro di Valdo Fusi “Fiori rossi al Martinetto” e in quello di Carlo Chevallard “Diario 1942-1945 – Cronache del tempo di guerra”.

Vi è inoltre un riferimento al trenino di Gassino in una famosa canzone popolare dialettale “A l’è rivame mia fomna”. 

Il testo del ritornello riporta:

A l’è rivame mia fomna ‘n sle croste

a smijava ‘l treno ‘d Gasso;

a l’è rivame mia fomna ‘n sle croste

con un gròss lignòt ëd frasso…

È arrivata mia moglie all’improvviso

sembrava il treno di Gassino:

È arrivata mia moglie all’improvviso

con un grosso randello di frassino….