La storia di “Vita Gassinese” è necessariamente connessa con quella del suo fondatore, il cav. Giuseppe Amore. Nato a Gassino il 22 luglio 1909 da una famiglia le cui origini (come egli stesso scoprirà indagando sugli archivi comunali) sono legate alla cittadina dal ‘600. Autodidatta, dopo gli studi elementari va a lavorare a Torino come apprendista in diverse tipografie raggiungendo il grado di “proto”, cioè di coordinatore generale del lavoro di stampa. È un idealista, uno spirito libero, insofferente alle costrizioni, quindi naturalmente antifascista. Forse proprio per questo allo scoppio della Seconda Guerra Mondiale viene richiamato alle armi pur avendo superato i limiti dell’età di leva. In seguito all’8 settembre 1943 viene catturato dalla wehrmacht e imprigionato per due anni nei lager tedeschi.
Dopo la guerra inizia a lavorare presso la prestigiosa azienda torinese Nebiolo, produttrice di macchine da stampa e caratteri tipografici. Nel 1951 riesce a coronare un sogno, aprire una tipografia nella sua Gassino.
Nella bottega, ricavata all’interno della casa familiare di via San Martino 17, stampa fatture, manifesti, biglietti di ogni genere. In particolare, nei paesi circonvicini, le pubblicità delle feste patronali portano sempre la sua firma.
A partire dal settembre1961, inizia le pubblicazioni di un giornale politicamente indipendente: “Vita Gassinese”, del quale Giuseppe Amore è fondatore, editore, direttore responsabile, principale giornalista, compositore e ovviamente tipografo. Il suo bacino di utenza è costituito dai Comuni di Gassino, Castiglione, San Raffaele Cimena, Cinzano, Rivalba e Sciolze. Una tiratura di circa 500 copie, distribuita nelle edicole della zona, un’impresa senza un vero ritorno economico, molto spesso in perdita. Dalle pagine del giornale non risparmia critiche alle varie amministrazioni succedutesi alla guida di Gassino, scoprendo, tra l’altro, un caso di truffa ai danni del Comune ad opera di un’impiegata disonesta colpevole di aver sottratto dalle casse comunali oltre dieci milioni di lire, una grossa cifra per l’epoca. L’apertura di questo caso, denominato dalle cronache “scandalo Zavaroni” dal nome dell’impiegata infedele, darà notevole visibilità a “Vita Gassinese” che sarà citato anche sul quotidiano “La Stampa”.
Ancora oggi, per la corretta ricostruzione degli avvenimenti di quell’epoca non può essere trascurata l’analisi di quanto riportato su quelle pagine.
“Vita Gassinese” esce per l’ultima volta nel marzo del 1983 dopo ventitre anni ininterrotti di attività.
Il cav. Giuseppe Amore nel corso della presentazione del suo libro sulla storia di Gassino e dei Comuni limitrofi. In primo piano si riconosce l’autore, insieme al prof. Emanuele Kanceff (con il microfono) e al prof. Luigi Firpo (Gassino, 29 maggio 1978).
Pagina di cronaca del quotidiano “La Stampa” con l’articolo sullo scandalo dell’impiegata infedele del Comune di Gassino. Il fatto fu scoperto proprio da “Vita Gassinese” che in questo articolo viene citato.