{"id":50,"date":"2022-03-27T19:09:17","date_gmt":"2022-03-27T17:09:17","guid":{"rendered":"http:\/\/89.46.65.81\/wp-gassino\/?page_id=50"},"modified":"2023-07-18T14:35:13","modified_gmt":"2023-07-18T12:35:13","slug":"il-porto-sul-po","status":"publish","type":"page","link":"http:\/\/89.46.65.81\/wp-gassino\/index.php\/il-porto-sul-po\/","title":{"rendered":"2. Il porto sul Po"},"content":{"rendered":"\n

2. Il porto sul Po<\/strong><\/p>\n\n\n\n

La presenza di un porto per l’ormeggio di imbarcazioni che utilizzavano il Po come via di comunicazione per il trasporto di merci e persone risale ai primi secoli dopo l’anno 1000. Il pi\u00f9 antico documento che testimonia la presenza di detto porto \u00e8 la pergamena che riporta patti e convenzioni tra Filippo di Savoia, principe d’Acaia e la comunit\u00e0 gassinese. In quell’epoca era costituito da un semplice molo costruito in legno di rovere e che si estendeva per alcuni metri nell’alveo del fiume.<\/p>\n\n\n\n

Di questo porto, dal quale dipartivano anche le barche per raggiungere la sponda opposta, abbiamo inoltre notizie ricorrenti citate sui conti dei castellani che per tutto il XIV secolo si occuparono, per conto dei principi d’Acaia, dell’amministrazione del Comune di Gassino. In molti casi si tratta di note per diverse spese per la periodica manutenzione del porto, a testimonianza della sua evidente importanza.<\/p>\n\n\n\n

Secondo le cronache dell’epoca, nel 1397 part\u00ec proprio con il blocco del porto l’assedio che il marchese Teodoro II di Monferrato pose al borgo fortificato di Gassino, utilizzandolo inoltre come approdo per lo scarico dei vari strumenti bellici che giungevano dalla capitale Chivasso.<\/p>\n\n\n\n

Nel corso dei secoli il porto gassinese, pi\u00f9 volte asportato dalle piene del Po e sempre ricostruito, mantenne sempre la sua indispensabile funzione sia per il trasporto delle merci dirette a Torino, sia per il semplice trasbordo sull’altra sponda del fiume.<\/p>\n\n\n\n

Nella seconda met\u00e0 del XVII secolo, e per buona parte del XVIII, il porto di Gassino acquis\u00ec ulteriore importanza per il moltiplicarsi dell’attivit\u00e0 estrattiva delle cave del Calcare locale. Materiale che raggiungeva per via fluviale Torino e altre localit\u00e0 per la costruzione di innumerevoli palazzi e chiese.<\/p>\n\n\n\n

A partire dal periodo della Restaurazione, e fino al termine della sua attivit\u00e0, anni ’20-’30 del XX secolo, la funzione del porto di Gassino mut\u00f2 radicalmente. Non pi\u00f9 un approdo per imbarcazioni da trasporto ma strumento indispensabile per l’attraversamento del Po, sia per il commercio verso il Canavese, sia per i cittadini dell’Oltrepo (Mezzi Po), in un momento di grande sviluppo della frazione gassinese al di l\u00e0 del fiume e che utilizzavano il porto per raggiungere il capoluogo per le varie necessit\u00e0: mercati, scuole, esercizi commerciali ma anche per raggiungere il cimitero per le sepolture.<\/p>\n\n\n\n

Nei primi anni del XX secolo lo utilizzarono per diversi anni le ragazze dell’Oltrepo per raggiungere lo stabilimento Sobrero di Gassino che in quell’epoca dispensava lavoro a centinaia di lavoratori.<\/p>\n\n\n\n

Il porto natante, cos\u00ec era definito, era costituito da due barconi accostati i quali, uniti da un ampio tavolato, formavano una specie di zatterone sulla cui prua potevano trovare posto anche carri, carrozze e animali da tiro. Sulla poppa, invece, vi erano due casotti di legno, uno utilizzato dai passeggeri come riparo e l\u2019altro come abitazione del portolano ovvero dell\u2019addetto al trasbordo del carico da una sponda all\u2019altra e alla manutenzione del porto stesso e delle vie d\u2019accesso. La concessione per l’attivit\u00e0 del portolano era attribuita dal Comune mediante una regolare gara d’appalto.<\/p>\n\n\n\n

Il porto di Gassino era di tipo girevole. Ovvero era trattenuto per mezzo di un\u2019ancora posta nell\u2019esatto centro del fiume, con una lunga fune, l\u2019alzaia, sorretta da alcune barchette che ne impedivano l\u2019immersione nell\u2019acqua. Lev\u00e0ti gli ormeggi, il porto, spinto dalla corrente e trattenuto dall\u2019alzaia, si avviava verso l\u2019altra sponda compiendo una corsa a semicerchio simile a quella del pendolo. L\u2019unica forza che ne consentiva il movimento era la corrente del fiume che lo faceva allontanare dalla riva e lo spingeva verso la riva opposta.<\/p>\n\n\n\n