{"id":329,"date":"2023-03-03T12:28:51","date_gmt":"2023-03-03T11:28:51","guid":{"rendered":"http:\/\/89.46.65.81\/wp-gassino\/?page_id=329"},"modified":"2023-07-18T14:39:56","modified_gmt":"2023-07-18T12:39:56","slug":"15-le-origini-della-festa-patronale-della-nativita-della-b-v-maria","status":"publish","type":"page","link":"http:\/\/89.46.65.81\/wp-gassino\/index.php\/15-le-origini-della-festa-patronale-della-nativita-della-b-v-maria\/","title":{"rendered":"15. Le origini della festa patronale della Nativit\u00e0 della B. V. Maria"},"content":{"rendered":"\n

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Per risalire alle origini della devozione popolare che nella met\u00e0 del XVIII secolo sfociarono nell’annuale festa patronale di paese, occorre precisare che fin dai primi del ‘600, tra gli interventi per l’ampliamento della chiesa parrocchiale, fu previsto un altare laterale di pertinenza della Comunit\u00e0 dedicato a Santa Maddalena, solennemente festeggiata il 22 luglio. Insieme al Beato Amedeo IX di Savoia, invocato contro le pestilenze, \u00e8 questo uno dei pi\u00f9 antichi esempi di venerazione dei gassinesi verso figure specifiche di riconosciuta santit\u00e0. <\/p>\n\n\n\n

Le origini della festa patronale della Nativit\u00e0 della B. V. Maria sono un po’ pi\u00f9 recenti, risalgono infatti alla prima met\u00e0 del XVIII secolo. Si tratt\u00f2, in quel periodo, di una spontanea evoluzione della devozione popolare dei fedeli di Gassino che per il conseguimento di grazie e provvidenze confidavano nei santi protettori. Oltre ai gi\u00e0 citati Santa Maddalena e Beato Amedeo, tra i primi santi particolarmente venerati dai gassinesi vi \u00e8 San Grato, vescovo d\u2019Aosta del V secolo, al quale nel mese di marzo, all’inizio dei lavori di campagna, veniva dedicata una solenne processione per il positivo decorso dell’annata, in modo particolare per allontanare la grandine. Nel 1719, a cura della comunit\u00e0, si inizi\u00f2 la costruzione, con l\u2019utilizzo dei mattoni del castello di Ostero ormai in rovina, di una cappella sulla sommit\u00e0 della collina a ovest del borgo gassinese, intitolata a San Grato e San Felice. <\/p>\n\n\n\n

Dall\u2019anno successivo, dopo l\u2019inaugurazione di rito, si diede inizio a diverse celebrazioni per determinate solennit\u00e0 nel corso dell\u2019anno, sempre precedute dalla processione. Particolarmente solenne era quella del 7 settembre, festa di San Grato, preparata con grande attenzione e per la quale l\u2019amministrazione comunale si attivava per la ripulitura della strada vicinale che si inerpicava sull’erta collina ed erogava il contributo necessario per l\u2019ufficio di celebranti e confessori, per pagare i suonatori, le candele, nonch\u00e9 i mortaretti e le fus\u00ebtte<\/em> (primordiali fuochi artificiali) che venivano esplosi alla fine della funzione. <\/p>\n\n\n\n

Il primo cenno ad una solenne celebrazione dedicata alla Nativit\u00e0 della B. V. Maria \u00e8 del 1\u00b0 settembre 1748, giorno in cui il consiglio comunale delibera la spesa per diciotto torce per la processione per la quale \u201ccorre l\u2019obbligo d\u2019intervenire\u201d.<\/em> <\/p>\n\n\n\n

Una svolta alla popolare devozione dei gassinesi si ebbe nel 1751 a causa di una lunga e devastante siccit\u00e0 nel corso dell\u2019estate e che stava danneggiando tutti i raccolti compresa la vendemmia. Non furono sufficienti ben due novene tra luglio e i primi di agosto, di cui una dedicata a Santa Maria Maddalena. Gli sconfortati cittadini decisero quindi di ricorrere all\u2019intercessione della Vergine Consolata della quale vi era un quadro all\u2019interno della cappella di San Grato. Il 10 agosto, nonostante la calura, la cappella fu raggiunta processionalmente da tutta la comunit\u00e0 dei fedeli di Gassino per ottenere la sospirata grazia. Il favore del Cielo giunse puntuale il 12 e 13 agosto in cui la pioggia scese copiosamente salvando il raccolto e il lavoro del popolo devoto. In seguito a questo episodio, la devozione per la B. V. ebbe un percepibile impulso che si manifest\u00f2 dando sempre pi\u00f9 rilievo alla festa della Nativit\u00e0 dell\u20198 settembre. Occorre precisare che la diffusione del culto della Nativit\u00e0 della B. V. ebbe origine in Lombardia verso il 1730 e presto si diffuse soprattutto nel mondo contadino perch\u00e9 la data della ricorrenza, l\u20198 settembre, coincideva con un periodo di pausa tra i lavori estivi, in particolare fienagione, mietitura e trebbiatura del grano, e quelli autunnali tra cui la vendemmia. Si trattava pertanto di una festivit\u00e0 che non gravava pi\u00f9 di tanto sui lavori di campagna. <\/p>\n\n\n\n

A partire dal 1762, in seguito all\u2019ampliamento della chiesa parrocchiale, la solennit\u00e0 della Nativit\u00e0 della B. V. acquis\u00ec sempre pi\u00f9 importanza tra i gassinesi e non solo come festa religiosa. Abbinato alle funzioni di rito prese gradualmente corpo un programma di divertimenti, balli, giochi popolari, attrazioni e un lauto simposio domenicale, che valic\u00f2 ben presto i confini comunali. In pochi anni la popolarit\u00e0 della Festa \u2018d Gasso<\/em> divenne tale da attirare migliaia di persone, anche da paesi assai lontani, il che cre\u00f2 ben presto gravi problemi di ordine pubblico al punto che dal 1787 si rese necessario per i giorni di festa il ricorso ad un drappello di fanteria. <\/p>\n\n\n\n

A partire dalla met\u00e0 del XIX secolo la festa dell\u20198 settembre fu riconosciuta secondo l’attuale denominazione di \u201cfesta patronale\u201d, prima era nota come \u201cfesta titolare\u201d, e la sua organizzazione fu affidata dal Comune a privati cittadini o associazioni come nel caso della Societ\u00e0 Operaia Agricola di Mutuo Soccorso. \u00c8 in questo periodo che la festa si arricchisce di nuove attrazioni come le giostre, le luminarie, l’addobbo delle vie del concentrico e i fuochi artificiali, documentati fin dal 1862.<\/p>\n\n\n\n