{"id":2,"date":"2022-03-05T23:29:43","date_gmt":"2022-03-05T22:29:43","guid":{"rendered":"http:\/\/89.46.65.81\/wp-gassino\/?page_id=2"},"modified":"2023-07-18T14:40:33","modified_gmt":"2023-07-18T12:40:33","slug":"archivio","status":"publish","type":"page","link":"http:\/\/89.46.65.81\/wp-gassino\/index.php\/archivio\/","title":{"rendered":"Archivio"},"content":{"rendered":"\n

Introduzione all\u2019archivio<\/strong><\/p>\n\n\n\n

Il lavoro di riordino effettuato dalle archiviste Valeria Calabrese, Elena Garellis e Vincenza Nuscis, risale al febbraio 2000.<\/p>\n\n\n\n

Le due introduzioni che seguono sono estrapolate dall\u2019inventario del 2000.<\/p>\n\n\n\n

L\u2019inventario<\/em> \u00e8 consultabile on line cliccando sul pulsante<\/p>\n\n\n\n

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ARCHIVIO<\/a><\/div>\n<\/div>\n\n\n\n

Introduzione storica<\/strong>[1]<\/strong><\/a><\/strong><\/p>\n\n\n\n

            Gassino, grazie alla sua posizione geografica, fu sin dalle origini un centro di difesa e di raccolta che assunse un\u2019importanza sempre maggiore nel corso delle diverse dominazioni ostrogota, longobarda e franca.<\/em> La localit\u00e0 \u00e8 citata per la prima volta nell’anno 967 nella Cronaca del Monferrato di Benvenuto Sangiorgio con il nome di oppidum Gassingum. Nuova menzione trova, ancora con lo stesso nome, in un diploma del 1003 di re Arduino.<\/em> Nell’XI secolo, pi\u00f9 precisamente tra il 1010 e il 1031, il vescovo Landolfo riun\u00ec le quattro cappelle di San Salvatore, Santa Maria, Sant\u2019Eufemia e San Michele in una sola pieve di San Pietro in Gassino, affidandone la direzione a un solo rettore. Un tale interesse da parte della chiesa di Torino nei confronti delle cappelle di Gassino era dettato dalla loro posizione strategica, poste com\u2019erano fra le pertinenze delle diverse abbazie che estendevano la loro supremazia in zona.<\/em> Federico I cedette Gassino e il suo territorio al marchese Guglielmo di Monferrato il quale, sotto le spinte innovative del sistema di governo comunale, riconobbe implicitamente l\u2019autonomia e la possibilit\u00e0 per gli uomini della comunit\u00e0 di autogovernarsi. Nel 1158 lo stesso marchese concesse numerose franchigie e privilegi e l\u2019esonero dal pagamento di vari tributi, con l\u2019obbligo di fornire tre volte all\u2019anno un certo numero di fanti e di cavalli e di prestare servizio per tre giorni senza paga.<\/em> Nel 1296 Giovanni I di Monferrato conferm\u00f2, con alcune riserve, gli statuti redatti dalla comunit\u00e0.<\/em> All\u2019inizio del secolo XIV Filippo di Savoia, con l\u2019aiuto del Comune di Chieri, si impadron\u00ec del feudo. Nel 1307, infatti, il Comune di Gassino sottoscrisse l\u2019atto di dedizione al principe Filippo, il quale divenne il legittimo signore del luogo. Egli conferm\u00f2 le autonomie e gli statuti fino ad allora in vigore, riservandosi i diritti per la giurisdizione, i bandi, i mulini, i ripari sul Po, i battitori ed il porto.<\/em> Nel settembre del 342, in seguito all\u2019inasprirsi delle guerre dei Savoia – Acaja con il marchese del Monferrato, Giovanni II assalt\u00f2 la fortezza di Gassino riuscendo a entrarne in possesso. Il re Carlo<\/em> conferm\u00f2 nel 1355 al marchese Giovanni gli  Stati  del   Monferrato, includendo  fra  questi  anche  il<\/em> territorio di Gassino.<\/em> Amedeo, Principe d\u2019Acaja, scese nel 1393 con il suo esercito in Piemonte, riconquistando parte del suo territorio compreso Gassino; tale possesso venne successivamente confermato nel 1397. A partire dal momento in cui la localit\u00e0 torn\u00f2 a far parte del principato sabaudo, le sue vicende furono legate alle vicende comuni all’intera regione.<\/em> Nel 1483 Antonio Ostero, approfittando delle difficolt\u00e0 in cui versava il principato piemontese, ottenne il riconoscimento del possesso dei beni suoi e dei suoi fratelli Giovanni e Bonifacio per mezzo di una regolare investitura rilasciata da Carlo I di Savoia. Nel 1521 il territorio pass\u00f2 sotto la giurisdizione di Agostino Provana di Lein\u00ec e, da questo momento in poi, fu soggetta all’influenza di numerosi signori locali.<\/em> Per quanto concerne il XX secolo, si segnala che nel 1928 vennero aggregati al Comune di Gassino i Comuni di Bardassano, Bussolino, Castiglione Torinese e San Raffaele Cimena. Negli anni dal 1946 al 1948 Castiglione Torinese e San Raffaele Cimena si ricostituirono in Comuni autonomi, ottenendo nel 1953 la restituzione dei rispettivi archivi. Differente esito ottennero le localit\u00e0 di Bardassano e Bussolino le quali, nonostante diverse petizioni volte a ottenere il distaccamento, continuarono (la situazione tuttora permane) a essere frazione del Comune di Gassino.<\/em> Un breve accenno agli ex Comuni di Bardassano e Bussolino.<\/em> <\/p>\n\n\n\n

Bardassano: comprende l’antico feudo di Tondenito, sul quale sorgono ancora i ruderi di un antico castello (che diede nome alla regione detta “del Castellone”), adibito a carcere della repubblica di Chieri. Nel suo territorio si trovano numerose cave di pietra da calce[2]<\/strong><\/a> .<\/em> <\/p>\n\n\n\n

Bussolino: il Comune viene citato per la prima volta con il nome di “Busceli” in una carta di permuta del 1034 stipulata tra l’abate di Nonantola e il conte di Pombia. Appartenne in seguito ai marchesi del Monferrato fino alla pace di Cherasco, con la quale pass\u00f2 ai duchi di Savoia. Nel secolo XV il duca d’Orl\u00e8ans cedette il territorio ad Antonio Astesano, il quale nel 1450 lo alien\u00f2 a favore dei Provana di Carignano[3]<\/strong><\/a>. <\/em>
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Introduzione archivistica<\/strong><\/p>\n\n\n\n

              Le carte dell\u2019archivio storico comunale di Gassino (1192-1958), comprendenti anche materiale appartenente agli ex Comuni di Bardassano e Bussolino, erano conservate, al momento dell’inizio dei lavori, in un locale al primo piano fuori terra presso la sede municipale.<\/em> La documentazione, costituita da faldoni, registri e da alcune carte sparse, manteneva la configurazione assunta in seguito all’intervento di riordino e inventariazione effettuato nel 1953 dall\u2019archivista capo di Prefettura a riposo Francesco Donna [4]<\/strong><\/a>:<\/em> la totalit\u00e0 del materiale era stata attribuita a categorie e classi secondo i dettami della circolare ministeriale del 1897[5]<\/strong><\/a>. La numerazione dei faldoni non presentava un unico numero di corda, bens\u00ec una numerazione per classi, ripartendo dal n. 1 ad ogni cambio di classe; parimenti, la numerazione progressiva dei fascicoli si riferiva alla classe e non al faldone (es. Cat. I, classe 8, faldoni dal n. 1 al n. 6, fascicoli da 1 a 49 ripartiti sui 6 faldoni). Inoltre, sul dorso di tutti i faldoni era stata riportata, sicuramente in data posteriore al 1953, una segnatura a pennarello rosso con l’indicazione di un unico numero di corda progressivo, di cui non si \u00e8 per\u00f2 rinvenuta rispondenza alcuna in inventario.<\/em> Una parte di documentazione, verosimilmente sfuggita all\u2019attenzione del riordinatore, era rimasta esclusa dall\u2019ordinamento sopra citato: si tratta della totalit\u00e0 dei registri catastali (brogliacci, catasti, matrici, registri dei trasporti), dei registri di popolazione, dei registri dello stato civile di epoca francese e, infine, dei registri parrocchiali.<\/em> Un precedente intervento di riordino, con relativo inventario, risale al 1936, anno in cui il Comune confer\u00ec al sig. Vincenzo Perotti l’incarico di sistemare tutte le carte[6]<\/strong><\/a>. Di tale intervento non si trova per\u00f2 alcuna traccia nelle unit\u00e0 di condizionamento, e anche la documentazione riporta scarsi indizi. Tuttavia, la lettura dell’inventario consente di desumere che l’archivio venne riordinato in due sezioni:<\/em><\/p>\n\n\n\n

archivio storico dal 1192 al 1848 (talvolta fino al 1871)<\/em><\/p>\n\n\n\n

archivio di deposito dal 1850 al 1930[7]<\/strong><\/a>.<\/em><\/p>\n\n\n\n

In entrambe le sezioni furono applicati i dettami della circolare ministeriale del 1897[8]<\/strong><\/a>.<\/em> Parte della documentazione (fatta eccezione per le pergamene ed alcune carte) presentava segnature riflettenti l\u2019Istruzione per l\u2019amministrazione dei Comuni approvate da Sua Maest\u00e0 datata primo aprile 1838.<\/em> Sono stati inoltre rinvenuti altri inventari, precedenti a quest\u2019ultimo, dei quali non \u00e8 stata trovata rispondenza all’interno della documentazione; ci si limita in questa sede a segnalarne l’esistenza, considerata la loro frammentariet\u00e0 e la loro ininfluenza ai fini del lavoro di riordino appena concluso.<\/em> L’attuale intervento di schedatura, riordino e inventariazione della documentazione dalle origini al 1958 ha avuto inizio nell’anno 1998. Tutto il materiale documentario appartenente al Comune di Gassino, agli ex Comuni di Bardassano e Bussolino e a tutti gli enti aggregati relativi \u00e8 stato schedato informaticamente mediante l’utilizzo del software Sesamo, applicativo per il riordino di archivi storici realizzato nel marzo 1998 dalla Regione Lombardia.<\/em> Nel corso della fase di schedatura si \u00e8 proceduto allo scorporo dei documenti degli ex Comuni di Bardassano e Bussolino, erroneamente lasciati all’interno del fondo di Gassino dal precedente riordinatore. Parimenti, si \u00e8 proceduto alla estrapolazione dei documenti appartenenti agli attuali Comuni di Castiglione e San Raffaele, in entrambi i casi sfuggiti alla restituzione ai rispettivi enti operata dal Comune di Gassino negli anni Cinquanta.<\/em> Sono state inoltre rinvenute sporadiche carte appartenenti ad altri Comuni, rispettivamente Castagneto Po, Monastero di Lanzo, Rivalba, Rondissone e San Mauro: a tali documenti \u00e8 stata assegnata una classificazione autonoma.<\/em> Il lavoro di schedatura \u00e8 stato sottoposto all’attenzione dell’ispettore della Soprintendenza Archivistica e, in seguito a parere favorevole, \u00e8 stata avviata la successiva fase del riordino definitivo.<\/em> Per quanto concerne le modalit\u00e0 dell’attuale intervento, si \u00e8 stabilito di conservare l’intera struttura per categorie e classi[9]<\/strong><\/a>, procedura gi\u00e0 seguita in occasione del riordino del 1936 e accettata, con alcune varianti, nel corso del successivo lavoro svoltosi nel 1953. Un rimaneggiamento dell\u2019architettura dell\u2019archivio, ormai consolidatasi nel corso degli anni, \u00e8 parso rischioso, non soltanto a causa della scarsit\u00e0 di indizi relativi alla configurazione originaria delle carte, ma anche e soprattutto perch\u00e9 sarebbe in tal modo andata perduta ogni traccia delle operazioni successive.<\/em> Unica eccezione a tale impostazione \u00e8 stata la decisione di riunire le pergamene e alcuni atti antichi forniti di elenchi di accorpamento in due fondi a parte, per meglio valorizzarne le peculiarit\u00e0 e consentirne una individuazione pi\u00f9 immediata da parte degli studiosi.<\/em> Le pergamene, per ciascuna delle quali sono stati forniti un regesto e le indicazioni relative alle dimensioni, sono state ordinate cronologicamente. Per gli atti antichi, quasi tutti numerati ed attribuiti ai rispettivi elenchi di accorpamento, \u00e8 stato necessario ricostituire l\u2019ordine originario; si segnala la mancanza di alcuni documenti, presenti negli elenchi e non pi\u00f9 reperiti.<\/em>               Ordinamento autonomo \u00e8 stato dato ai documenti di pertinenza degli ex Comuni di Bardassano e Bussolino, alle carte dei Comuni di Castiglione, San Raffaele, Castagneto Po, Monastero di Lanzo, Rivalba, Rondissone e San Mauro e ai rispettivi archivi aggregati (enti assistenziali, consorzi e archivio dell’Ufficio del Giudice conciliatore)<\/em>. Sono stati sostituiti i faldoni vecchi o di recupero, utilizzati in fase di schedatura, con altri nuovi (gli antichi faldoni, quando possibile, sono stati sistemati all’interno dei nuovi), questi ultimi contrassegnati, per ciascun fondo archivistico, da un numero di corda che inizia dalla prima unit\u00e0 archivistica e termina con l’ultima. I fascicoli seguono un ordine al contempo logico e cronologico all’interno delle rispettive categorie, classi e sottoclassi. Su ciascuno di essi \u00e8 stata posta la classificazione, la descrizione del contenuto e il numero d’ordine, che riparte da 1 all’interno di ogni singolo faldone.<\/em> L’inventario, che segnala per ogni fascicolo il numero di corda, il numero di faldone di appartenenza, la descrizione e la datazione, \u00e8 stato ripartito in tre tomi. All’interno di ciascun tomo, un indice analitico permette un\u2019agevole ricerca dei singoli fondi descritti.<\/em><\/p>\n\n\n\n

Tale inventario \u00e8 stato riversato da word a CollectiveAccess e messo online su questo sito dedicato.<\/em><\/p>\n\n\n\n

I fondi sono cos\u00ec organizzati:<\/em><\/p>\n\n\n\n