Introduzione all’archivio
Il lavoro di riordino effettuato dalle archiviste Valeria Calabrese, Elena Garellis e Vincenza Nuscis, risale al febbraio 2000.
Le due introduzioni che seguono sono estrapolate dall’inventario del 2000.
L’inventario è consultabile on line cliccando sul pulsante
Introduzione storica[1]
Gassino, grazie alla sua posizione geografica, fu sin dalle origini un centro di difesa e di raccolta che assunse un’importanza sempre maggiore nel corso delle diverse dominazioni ostrogota, longobarda e franca. La località è citata per la prima volta nell’anno 967 nella Cronaca del Monferrato di Benvenuto Sangiorgio con il nome di oppidum Gassingum. Nuova menzione trova, ancora con lo stesso nome, in un diploma del 1003 di re Arduino. Nell’XI secolo, più precisamente tra il 1010 e il 1031, il vescovo Landolfo riunì le quattro cappelle di San Salvatore, Santa Maria, Sant’Eufemia e San Michele in una sola pieve di San Pietro in Gassino, affidandone la direzione a un solo rettore. Un tale interesse da parte della chiesa di Torino nei confronti delle cappelle di Gassino era dettato dalla loro posizione strategica, poste com’erano fra le pertinenze delle diverse abbazie che estendevano la loro supremazia in zona. Federico I cedette Gassino e il suo territorio al marchese Guglielmo di Monferrato il quale, sotto le spinte innovative del sistema di governo comunale, riconobbe implicitamente l’autonomia e la possibilità per gli uomini della comunità di autogovernarsi. Nel 1158 lo stesso marchese concesse numerose franchigie e privilegi e l’esonero dal pagamento di vari tributi, con l’obbligo di fornire tre volte all’anno un certo numero di fanti e di cavalli e di prestare servizio per tre giorni senza paga. Nel 1296 Giovanni I di Monferrato confermò, con alcune riserve, gli statuti redatti dalla comunità. All’inizio del secolo XIV Filippo di Savoia, con l’aiuto del Comune di Chieri, si impadronì del feudo. Nel 1307, infatti, il Comune di Gassino sottoscrisse l’atto di dedizione al principe Filippo, il quale divenne il legittimo signore del luogo. Egli confermò le autonomie e gli statuti fino ad allora in vigore, riservandosi i diritti per la giurisdizione, i bandi, i mulini, i ripari sul Po, i battitori ed il porto. Nel settembre del 342, in seguito all’inasprirsi delle guerre dei Savoia – Acaja con il marchese del Monferrato, Giovanni II assaltò la fortezza di Gassino riuscendo a entrarne in possesso. Il re Carlo confermò nel 1355 al marchese Giovanni gli Stati del Monferrato, includendo fra questi anche il territorio di Gassino. Amedeo, Principe d’Acaja, scese nel 1393 con il suo esercito in Piemonte, riconquistando parte del suo territorio compreso Gassino; tale possesso venne successivamente confermato nel 1397. A partire dal momento in cui la località tornò a far parte del principato sabaudo, le sue vicende furono legate alle vicende comuni all’intera regione. Nel 1483 Antonio Ostero, approfittando delle difficoltà in cui versava il principato piemontese, ottenne il riconoscimento del possesso dei beni suoi e dei suoi fratelli Giovanni e Bonifacio per mezzo di una regolare investitura rilasciata da Carlo I di Savoia. Nel 1521 il territorio passò sotto la giurisdizione di Agostino Provana di Leinì e, da questo momento in poi, fu soggetta all’influenza di numerosi signori locali. Per quanto concerne il XX secolo, si segnala che nel 1928 vennero aggregati al Comune di Gassino i Comuni di Bardassano, Bussolino, Castiglione Torinese e San Raffaele Cimena. Negli anni dal 1946 al 1948 Castiglione Torinese e San Raffaele Cimena si ricostituirono in Comuni autonomi, ottenendo nel 1953 la restituzione dei rispettivi archivi. Differente esito ottennero le località di Bardassano e Bussolino le quali, nonostante diverse petizioni volte a ottenere il distaccamento, continuarono (la situazione tuttora permane) a essere frazione del Comune di Gassino. Un breve accenno agli ex Comuni di Bardassano e Bussolino.
Bardassano: comprende l’antico feudo di Tondenito, sul quale sorgono ancora i ruderi di un antico castello (che diede nome alla regione detta “del Castellone”), adibito a carcere della repubblica di Chieri. Nel suo territorio si trovano numerose cave di pietra da calce[2] .
Bussolino: il Comune viene citato per la prima volta con il nome di “Busceli” in una carta di permuta del 1034 stipulata tra l’abate di Nonantola e il conte di Pombia. Appartenne in seguito ai marchesi del Monferrato fino alla pace di Cherasco, con la quale passò ai duchi di Savoia. Nel secolo XV il duca d’Orlèans cedette il territorio ad Antonio Astesano, il quale nel 1450 lo alienò a favore dei Provana di Carignano[3].
Introduzione archivistica
Le carte dell’archivio storico comunale di Gassino (1192-1958), comprendenti anche materiale appartenente agli ex Comuni di Bardassano e Bussolino, erano conservate, al momento dell’inizio dei lavori, in un locale al primo piano fuori terra presso la sede municipale. La documentazione, costituita da faldoni, registri e da alcune carte sparse, manteneva la configurazione assunta in seguito all’intervento di riordino e inventariazione effettuato nel 1953 dall’archivista capo di Prefettura a riposo Francesco Donna [4]: la totalità del materiale era stata attribuita a categorie e classi secondo i dettami della circolare ministeriale del 1897[5]. La numerazione dei faldoni non presentava un unico numero di corda, bensì una numerazione per classi, ripartendo dal n. 1 ad ogni cambio di classe; parimenti, la numerazione progressiva dei fascicoli si riferiva alla classe e non al faldone (es. Cat. I, classe 8, faldoni dal n. 1 al n. 6, fascicoli da 1 a 49 ripartiti sui 6 faldoni). Inoltre, sul dorso di tutti i faldoni era stata riportata, sicuramente in data posteriore al 1953, una segnatura a pennarello rosso con l’indicazione di un unico numero di corda progressivo, di cui non si è però rinvenuta rispondenza alcuna in inventario. Una parte di documentazione, verosimilmente sfuggita all’attenzione del riordinatore, era rimasta esclusa dall’ordinamento sopra citato: si tratta della totalità dei registri catastali (brogliacci, catasti, matrici, registri dei trasporti), dei registri di popolazione, dei registri dello stato civile di epoca francese e, infine, dei registri parrocchiali. Un precedente intervento di riordino, con relativo inventario, risale al 1936, anno in cui il Comune conferì al sig. Vincenzo Perotti l’incarico di sistemare tutte le carte[6]. Di tale intervento non si trova però alcuna traccia nelle unità di condizionamento, e anche la documentazione riporta scarsi indizi. Tuttavia, la lettura dell’inventario consente di desumere che l’archivio venne riordinato in due sezioni:
archivio storico dal 1192 al 1848 (talvolta fino al 1871)
archivio di deposito dal 1850 al 1930[7].
In entrambe le sezioni furono applicati i dettami della circolare ministeriale del 1897[8]. Parte della documentazione (fatta eccezione per le pergamene ed alcune carte) presentava segnature riflettenti l’Istruzione per l’amministrazione dei Comuni approvate da Sua Maestà datata primo aprile 1838. Sono stati inoltre rinvenuti altri inventari, precedenti a quest’ultimo, dei quali non è stata trovata rispondenza all’interno della documentazione; ci si limita in questa sede a segnalarne l’esistenza, considerata la loro frammentarietà e la loro ininfluenza ai fini del lavoro di riordino appena concluso. L’attuale intervento di schedatura, riordino e inventariazione della documentazione dalle origini al 1958 ha avuto inizio nell’anno 1998. Tutto il materiale documentario appartenente al Comune di Gassino, agli ex Comuni di Bardassano e Bussolino e a tutti gli enti aggregati relativi è stato schedato informaticamente mediante l’utilizzo del software Sesamo, applicativo per il riordino di archivi storici realizzato nel marzo 1998 dalla Regione Lombardia. Nel corso della fase di schedatura si è proceduto allo scorporo dei documenti degli ex Comuni di Bardassano e Bussolino, erroneamente lasciati all’interno del fondo di Gassino dal precedente riordinatore. Parimenti, si è proceduto alla estrapolazione dei documenti appartenenti agli attuali Comuni di Castiglione e San Raffaele, in entrambi i casi sfuggiti alla restituzione ai rispettivi enti operata dal Comune di Gassino negli anni Cinquanta. Sono state inoltre rinvenute sporadiche carte appartenenti ad altri Comuni, rispettivamente Castagneto Po, Monastero di Lanzo, Rivalba, Rondissone e San Mauro: a tali documenti è stata assegnata una classificazione autonoma. Il lavoro di schedatura è stato sottoposto all’attenzione dell’ispettore della Soprintendenza Archivistica e, in seguito a parere favorevole, è stata avviata la successiva fase del riordino definitivo. Per quanto concerne le modalità dell’attuale intervento, si è stabilito di conservare l’intera struttura per categorie e classi[9], procedura già seguita in occasione del riordino del 1936 e accettata, con alcune varianti, nel corso del successivo lavoro svoltosi nel 1953. Un rimaneggiamento dell’architettura dell’archivio, ormai consolidatasi nel corso degli anni, è parso rischioso, non soltanto a causa della scarsità di indizi relativi alla configurazione originaria delle carte, ma anche e soprattutto perché sarebbe in tal modo andata perduta ogni traccia delle operazioni successive. Unica eccezione a tale impostazione è stata la decisione di riunire le pergamene e alcuni atti antichi forniti di elenchi di accorpamento in due fondi a parte, per meglio valorizzarne le peculiarità e consentirne una individuazione più immediata da parte degli studiosi. Le pergamene, per ciascuna delle quali sono stati forniti un regesto e le indicazioni relative alle dimensioni, sono state ordinate cronologicamente. Per gli atti antichi, quasi tutti numerati ed attribuiti ai rispettivi elenchi di accorpamento, è stato necessario ricostituire l’ordine originario; si segnala la mancanza di alcuni documenti, presenti negli elenchi e non più reperiti. Ordinamento autonomo è stato dato ai documenti di pertinenza degli ex Comuni di Bardassano e Bussolino, alle carte dei Comuni di Castiglione, San Raffaele, Castagneto Po, Monastero di Lanzo, Rivalba, Rondissone e San Mauro e ai rispettivi archivi aggregati (enti assistenziali, consorzi e archivio dell’Ufficio del Giudice conciliatore). Sono stati sostituiti i faldoni vecchi o di recupero, utilizzati in fase di schedatura, con altri nuovi (gli antichi faldoni, quando possibile, sono stati sistemati all’interno dei nuovi), questi ultimi contrassegnati, per ciascun fondo archivistico, da un numero di corda che inizia dalla prima unità archivistica e termina con l’ultima. I fascicoli seguono un ordine al contempo logico e cronologico all’interno delle rispettive categorie, classi e sottoclassi. Su ciascuno di essi è stata posta la classificazione, la descrizione del contenuto e il numero d’ordine, che riparte da 1 all’interno di ogni singolo faldone. L’inventario, che segnala per ogni fascicolo il numero di corda, il numero di faldone di appartenenza, la descrizione e la datazione, è stato ripartito in tre tomi. All’interno di ciascun tomo, un indice analitico permette un’agevole ricerca dei singoli fondi descritti.
Tale inventario è stato riversato da word a CollectiveAccess e messo online su questo sito dedicato.
I fondi sono così organizzati:
- Archivio storico del Comune di Gassino Torinese (anni 1192 – 1958)
- Archivio della Congregazione di Carità di Gassino (anni 1670 – 1937)
- Archivio dell’Ente Comunale di Assistenza di Gassino (anni 1937 – 1979)
- Archivio dell’Asilo Infantile di Gassino (anni 1880 – 1957)
- Archivio del Patronato Scolastico di Gassino (1897 – 1956)
- Archivio dell’Ospedale “Piccola Casa della Sacra Famiglia” di Gassino (anni 1933 – 1961)
- Archivio del Consorzio strada vicinale del Rocco (anni 1840 – 1962)
- Archivio del Consorzio a difesa della sponda destra del fiume Po (anni 1855 – 1952)
- Archivio del Consorzio strada vicinale San Tommaso (anni 1879 – 1962)
- Archivio del Consorzio strada vicinale Foratella (anni 1889 – 1962)
- Archivio del Consorzio strada vicinale del Fei (anni 1914 – 1917)
- Archivio del Consorzio strada intercomunale Rivodora – Sambuy (anni 1931 – 1937)
- Archivio dell’Ufficio del Giudice conciliatore di Gassino (anni 1866 – 1973)
- Archivio dell’ex Comune di Bardassano (anni 1486 – 1928)
- Archivio della Congregazione di Carità di Bardassano (anni 1837 – 1930)
- Archivio del Patronato Scolastico di Bardassano (anni 1914 – 1928)
- Archivio del Giudice conciliatore di Bardassano (anni 1870 – 1926)
- Archivio dell’ex Comune di Bussolino (anni 1542 – 1930)
- Archivio della Congregazione di Carità di Bussolino (anni 1813 – 1933)
- Archivio dell’Asilo Scala di Bussolino (anni 1863 – 1913)
- Archivio del Giudice conciliatore di Bussolino (anni 1867 – 1929)
- Documenti di pertinenza del Comune di Castiglione (anni 1755 – 1956)
- Archivio della Congregazione di Carità di Castiglione (anni 1820 – 1940)
- Documenti di pertinenza del Comune di San Raffaele (anni 1730 – 1946)
- Archivio della Congregazione di Carità di San Raffaele (anni 1659 – 1933)
- Documenti di pertinenza di Comuni diversi (anni 1730 – 1919)
[1] Le notizie qui riportate sono tratte da: G. Amore, a cura di, Storia dalle origini ad oggi dei Comuni di Gassino Torinese, Bardassano, Bussolino Gassinese, Castiglione Torinese, Cinzano, Rivalba, San Raffaele Cimena, Sciolze, Tip. Amore Giuseppe, Gassino 1977, pp. 38 – 103; G. Casalis, Dizionario geografico – storico – statistico – commerciale degli Stati di S.M. il Re di Sardegna, G.Maspero libraio e G.Marzorati tipografo, Torino, vol. VII, 1840, pp. 253 – 256; [2] G. Casalis, op. cit., vol. II, 1834, pp. 137 – 138; [3] G. Casalis, op. cit., vol. II, 1834, pp. 775 – 776; [4] Cfr. Fald. 2, fasc. 2: [5] Cfr. “Istruzioni per la tenuta del protocollo e dell’archivio per gli uffici comunali”, circolare del Ministero dell’Interno primo marzo 1897, Div. III, Sez. II, n. 17100/2; [6] Cfr. Fald. 1, fasc. 19; [7] Cfr. Fald. 1, fasc. 17-18; [8] Cfr. nota 5; [9] Si precisa che all’interno delle categorie I e VII è stato predisposto lo spazio per l’eventuale inserimento, nel corso di un futuro intervento di riordino dell’archivio di deposito, rispettivamente di materiale relativo ai rapporti con Istituti amministrati dal Comune (Categoria I, classe 10) e ai rapporti con l’Ufficio del Giudice conciliatore (Categoria VII, classe 4).